Si parla molto e sempre di più di Bilancio Sociale.
L’adozione del Bilancio Sociale si basa su una scelta volontaria; lo strumento è progettato ad hoc a partire dalla singola realtà organizzativa e dalle sue esigenze specifiche, ma deve prevedere alcuni concetti essenziali:
AUTONOMIA, INTANGIBLES, PERIODICITA’, RENDICONTAZIONE, MULTI DIMENSIONALITA
La struttura di un Bilancio Sociale è semplice e piuttosto lineare, scandita da tre momenti:
- Missione e valori
- Calcolo del Valore Aggiunto (VA) e distribuzione
- Relazione Sociale
In particolare, la Relazione Sociale deve essere co- stituita da un set di indicatori coerente con la Triple Bottom Line ovvero l’organizzazione si assume la responsabilità di misurare e di rendicontare il proprio impatto sul piano economico, su quello sociale e su quello ambientale.
L’organizzazione che voglia dotarsi di un Bilancio Sociale deve rispondere alle seguenti domande:
- Che cosa vogliamo rendicontare? Perché?
- In quale misura voglio coinvolgere gli stakeholder nei miei processi?
La scelta dovrà determinare i processi di rendicon- tazione e l’intensità degli indicatori.
A sua volta il Bilancio Sociale deve saper rendicon- tare in modo chiaro e comprensibile per tutti gli stakeholder. I dati devono essere trasformati in significati che possano essere immediatamente compresi, la rendicontazione deve essere progettata in modo da coinvolgere il lettore.
Questo obiettivo si raggiunge chiamando in causa gli stakeholder fin dalla progettazione degli indicatori di bilancio.
Il Bilancio Sociale diventa così uno strumento di lettura strategica; è ideale per misurare costantemente in termini di qualità gli scostamenti tra i bisogni (l’atteso), il prodotto e la soddisfazione degli stakeholder (il percepito).
In questo modo si evita il pericolo più grande quando si propone una rendicontazione sociale: generare attese che poi non possono essere mantenute.